Giro d’Italia 2021, Caleb Ewan: “Qui per vincere alcune tappe. Se non sarò al 100% non arriverò alla fine”

Caleb Ewan sarà uno degli sprinter di riferimento al Giro d’Italia 2021. Il corridore della Lotto Soudal si presenta al via di Torino con l’ambizione di lottare il più possibile per i successi di tappa, contando in particolare nelle frazioni pianeggianti. Già domenica, nella prima giornata in linea, l’australiano avrà la prima chance per raggiungere l’obiettivo che si è fissato in stagione, ovvero ottenere almeno una vittoria in ognuno dei tre Grand Tour in stagione. La formazione belga gli ha messo a disposizione tanti uomini per preparare il treno della volata e tenere chiusa la corsa, contando sulle abilità dei passisti.

Nella conferenza stampa di presentazione tenuta oggi, lo sprinter ha parlato delle sue ambizioni: “Sono qui per vincere alcune tappe, il solito obiettivo che ho in genere in un Grand Tour. Ho una squadra forte qui, è il mio primo grande obiettivo della stagione. Spero di riuscire a fare bene. Ci sono molti avversari: Viviani, Gaviria, Groenewegen, Merlier, Nizzolo. Forse ho dimenticato qualcuno, ma questi sono gli avversari principali. Tra le altre squadre mi aspetto che Jumbo-Visma, Qhubeka Assos, Cofidis e magari la UAE contribuiranno a tenere chiusa la corsa nelle tappe pianeggianti. Penso avremo alcune squadre che ci aiuteranno”.

Caleb Ewan ha poi confermato l’intenzione di provare a vincere almeno una tappa in ognuno dei tre Grand Tour stagionali: “Ho detto all’inizio della stagione che il mio obiettivo sarebbe stato vincere una tappa in ognuno dei tre Grand Tour, e lo voglio ancora fare. Non è cambiato questo e non è cambiato il mio modo di allenarmi. Se non mi sentirò al 100% non penso proverò ad arrivare alla fine, ma proverò a vincere le tappe. È bello essere di nuovo qui a correre in Italia, i tifosi sono molto appassionati”.

Stuzzicato sul tema della sicurezza negli sprint, l’australiano ha risposto: “Non so cosa stia cambiando ultimamente, gli sprint in generale sono piuttosto pericolosi. Forse sono un po’ migliorate le barriere, a volte il problema principale è quando c’è tanta gente oltre le barriere. Non so neanche cosa potrebbe essere migliorato, forse le nuove regole per prevenire la deviazione della traiettoria possono aiutare. In questo Giro gli sprint saranno più caotici, molti corridori avranno soltanto un uomo o due a loro disposizione, quindi aspetteranno l’ultimo momento. Non ci sono più le squadre con grandi treni che si mettono davanti a circa 3 chilometri dall’arrivo. Più corridori pensano di poter fare lo sprint, questo rende tutto caotico. Penso ci saranno circa sei sprint in questo Giro. Alcune potrebbero essere troppo dure o finire comunque in volata”.

Riflettendo sulla sua forma e sulla pressione in squadra, il velocista ha confessato: “A essere onesto, non sono allo stesso livello in salita che avevo alla Sanremo. Ora ho bisogno di essere al 100% negli sprint, all’epoca no. Ora non mi devo concentrare sulla salita come lì. Probabilmente non mi vedrete così competitivo in salita, ma più veloce in volata. Se sento pressione dopo una primavera non facile per il team? Un po’, non è andata come speravamo. Io sono felice di come è andata per me, ma complessivamente non abbiamo avuto una buona campagna delle classiche. Resto concentrato sui miei obiettivi”.

Infine qualche battuta sull’impegno di personaggi sportivi su tematiche di interesse pubblico e su questioni politiche, argomento spesso di dibattito tra i professionisti: “Se puoi utilizzare la tua figura per un cambiamento positivo, lo devi fare. Ognuno ha la sua idea politica, ma dipende da una scelta personale decidere se impegnarsi attivamente o meno. Alla fine noi siamo solo corridori e personalmente non seguo molto la politica”.

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